Sentiero Francescano o Di Sicilia I°
"Da Tusa a Pettineo"
Il cammino di San Felice, come quello di Francesco lento, sereno, in compagnia, su vecchi sentieri percorsi da nostalgici di un passato a dimensione d’uomo si è rivelato, per me che vaga come un funambolo, ricco di natura silvestre che domina un infinito mare eolico ed azzurro incorniciato da una finestra di bellezza: arte, conoscenze eremitiche di altri tempi, incunaboli di neumi che sembrano voler fermare il tempo ammonendo la fugacità della vita. Si rivive un back-stage di tante civiltà passate che si succedono in questa terra di ciclopi a rafforzare una identità poliedrica costruita come un puzzle cromatico da fare invidia all’arco di Noè. Gagini, Borremans, Manno, Li Volsi, gli Zoppi provenienti da Ganci ci attendono in ogni grancia e sono emuli giganti dei fiorentini loro coevi ed auspici ai contemporanei che sulla fiumara hanno lasciato indelebile memoria. L’agape dei 3 giorni è vissuta in sincera sinergia ed il cammino, metafora della vita che scorre inesorabile, ti punzecchia sempre affinchè la nostra mente resti oleata e lucida per la ricerca infinita sull’infinito. Grazia a tutti i partecipanti amici.
Il primo dei tre segmenti di trekking ci ha visti impegnati da Tusa a Pettineo lungo un percorso costituito da tratti in asfalto e a fondo naturale. Si attraversano boschi di lecci, querce, sugheri, lentischi e more. Il punto di partenza è stato il convento il convento dei cappuccini con annessa chiesa di San Leonardo, oggi retti da una piccola comunità di suore francescane che dall'alto di questo luogo magico si godono un paesaggio stupendo: il mare con le isole eolie e perfino Ustica si può scorgere in lontananza e di una discreta solitudine atta alla preghiera. In 5 ore di cammino si giunge a Pettineo, piccolo borgo fondato da greci provenienti dalla calcidia, la cui chiesa cattolica madre conserva due preziosissime ancone marmoree di G.Gagini, perfettamente conservate a che riportano gli antichi colori. Si trova ospitalità presso il convento francescano con annessa chiesa di San Marco, anche questa custodisce una preziosa pala d'altare del Borremans.